AMORE E PSICHE
- Claudia Toni
- 27 mar 2023
- Tempo di lettura: 4 min
La storia di Amore e Psiche, secondo Donald Kalsched, autore del libro “Il mondo interiore del trauma“, rappresenta il modo in cui la mente difende l’Io dal trauma, isolandola dalla realtà ed immergendola in un mondo di illusione. Il comportamento di Amore, inoltre, può essere paragonato ad uno dei rischi della terapia: quello di credere che l’analista sia onnipotente e possa risolvere “magicamente” ogni problema.
Il mondo perfetto di Amore: l’Illusione che da’ dipendenza
La protagonista della storia è Psiche, del tutto identificata con la sua bellezza. Ella inizialmente rappresenta un Io Narcisista la cui autostima si regge sull’esteriorità, ma che è in realtà vuoto, non ha desideri propri e subisce solo quelli degli altri. La sua bellezza quasi divina fa sì che nessun uomo si senta degno di lei, e diventa la sua sfortuna, tanto che viene concessa in sposa ad un terribile drago. Attratto dalla sua bellezza e colpito dalla sua sofferenza, Amore decide di proteggere la donna e la invita in un mondo perfetto, divino, creato apposta per lei, diventandone l’amante e nascondendo le proprie sembianze nel buio della notte.

Il mondo di Amore protegge Psiche dal dolore, è uno spazio sicuro in cui trasformarsi e prepararsi per una successiva rinascita, ma è anche uno spazio del tutto distaccato dalla realtà, dove i reali bisogni della persona non riescono ad emergere né ad essere soddisfatti. Come accade a Psiche, la persona traumatizzata finisce per vivere una vita che le sembra sempre fittizia ma a cui non si può sottrarre, se non al prezzo di perderla per sempre, come Amore non manca di sottolineare con il suo ricatto “se mi vedi, non potrai più vedermi”. La persona che ha subito un trauma può quindi essere estremamente dipendente dalla sua illusione, che saltuariamente la soddisfa, e altrettanto le perseguita.
Il terapeuta non è (e non deve essere) perfetto
Nel rifiuto di Amore di farsi conoscere dalla sua amata, e nella sua preoccupazione ossessiva di mantenere il segreto, emerge il parallelo con il controllo continuo che il paziente mantiene sulle sue emozioni. Secondo l’autore, questa stessa preoccupazione si può trovare in terapia, quando l’analista rifiuta di mostrare al paziente qualsiasi sentimento negativo, qualsiasi imperfezione, negando la propria umanità.
Se l’analista mantiene la sua immagine idealizzata davanti al paziente, rischia di impedirgli di affrontare la realtà. Come nelle nostre storie, la guarigione ha bisogno di un sacrificio, ed in terapia il sacrificio è l’illusione che l’analista sia onnipotente e “magico”, che possa risolvere e capire qualsiasi cosa. Quando il terapista si mostrerà umano permettendo al paziente di andare incontro alla delusione dell’illusione, questa potrà essere elaborata e il contatto con la realtà diventerà possibile. La parte “magica” si integrerà con la parte “umana”, perderà la sua caratteristica onnipotenza e permetterà così la nascita della coscienza. Questo nella storia di Amore e Psiche accade solo alla conclusione, quando i due amanti riescono a tornare insieme, ma il lieto fine può avere luogo solo dal momento in cui entrambi riescono a confrontarsi con il dolore: Amore deve accettare e perdonare il tradimento della promessa di Psiche, e lei deve accettare di perdere il suo mondo perfetto, subire la punizione di Afrodite e finalmente ritrovarsi.
LA STORIA DI AMORE E PSICHE (RIASSUNTO) ↓
Psiche era la principessa più bella del regno, ma la bellezza di cui era portatrice era così divina che nessuno voleva prenderla in sposa, credendola inavvicinabile. Dopo aver consultato un oracolo, il re decise di sposarla ad un mostruoso drago, e la portò su una rupe dove esso avrebbe dovuto prenderla con sé. Afrodite la vide e, gelosa della sua bellezza, mandò Amore da lei con il compito di pungerla con una freccia ed innamorarla alla più brutta delle creature, tuttavia quando Amore vide la ragazza tremante sulla rupe ne fu rapito e la portò in una reggia meravigliosa e colma di pregiati tesori. Ogni notte Amore e Psiche facevano l’amore, ma il buio celava le sembianze di lui, con la promessa che avrebbero potuto stare insieme finché lei avesse tenuto a bada la sua curiosità’. Con il tempo Psiche cominciò a sentire nostalgia delle sue sorelle e chiese ad Amore di portarle alla reggia perché potesse rivederle. Quando questi acconsentì, le sorelle vennero a farle visita e le instillarono, suggerendole la possibilità’ che Amore non fosse altro che un terribile mostro. Portando nel cuore tale timore, Psiche, incinta, decise di scoprire che aspetto avesse il suo amante e, durante la notte, mentre lui dormiva, ne illuminò il volto divino e bellissimo, pungendosi tuttavia per errore con una delle sue frecce. Travolta dall’estasi magica che queste gli avevano infuso, si gettò su Amore rovesciando una goccia di cera bollente su di lui, svegliandolo e facendolo infuriare. Alla partenza di Amore, deluso dalla promessa non mantenuta, Psiche rimase afflitta dalla disperazione, e subì l’ira di Afrodite, scatenatasi alla scoperta della relazione tra i due. Solo dopo un importante momento di autoriflessione e accettazione del suo destino la donna si fece coraggio e si sottomise alle pene inferte dalla dea che la sottopose ad alcune difficili prove. Psiche, con l’aiuto di alcuni elementi sovrannaturali, riuscì a superare le prove e solo all’ultima – recuperare l’unguento di bellezza di Persefone nell’Ade – cedette all’umana curiosità e cadde vittima di un sortilegio che la precipitò in un sonno magico. Quando Amore venne a sapere del destino dell’amata, infine, la risvegliò col tocco delle sue frecce e la prese in sposa. Da loro nacque una figlia che prese il nome di Voluttà.
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